Giornata di studio

Pluralismo religioso e migrazioni in Italia

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La Sapienza

Il ciclo di conferenze e di giornate di studio organizzate nell’ambito della mostra Luoghi Sacri Condivisi (Villa Medici 09.10.25 - 19.01.26) continua a novembre con il tema: Pluralismo religioso e migrazioni in Italia. Per il secondo incontro del ciclo, una giornata di studio riunirà presso la Sapienza et il dipartimento SARAS (Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo) ricercatori da diverse università italiane e francese. 

Il pluralismo religioso in Italia, già presente per ragioni storiche soprattutto con l’ebraismo e con cristianesimi diversi dal cattolicesimo, si intensifica negli ultimi cinquant’anni grazie all’apporto migratorio, ampliando notevolmente la diversità confessionale nel Paese nei dati quantitativi e nella varietà,  con implicazioni inerenti ai diritti, agli spazi urbani, al dibattito pubblico, alle trasformazioni rituali e sociali. La giornata di studi mira ad affrontare questi temi per mezzo di alcuni casi di studio che inducono a riflettere sui modi in cui gruppi religiosi e nazionali diversi, con peculiari capacità di agency e ‘capitali sociali’, producono effetti differenti sul pluralismo.

Con: Giovanni Cordova, Bernadette Fraioli, Maria Chiara Giorda, Fabio Vicini, Maria Molinari, Silvia Omenetto, Daniele Parbuono, Laure Prien, Marta Scialdone, Chiara Tommasini.

Comitato scientifico: Dionigi Albera (CNRS AMU), Lorraine Creusot (IFCSL), Carmelo Russo (SARAS), Alessandro Saggioro (SARAS).

Informazioni Pratiche 

Data ed orario: Venerdì 14 novembre dalle 8:45

Luogo: Palazzo del Rettorato, Sapienza Università. Aula degli Organi Collegiali, p.le Aldo Moro 5, Roma.

Lingua: l’evento sarà in lingua italiana 

Ingresso libero fino a esaurimento posti. 

I RELATORI

 Monoteismi 

  • Maria Chiara Giorda (Università Roma Tre), Dinamiche storiche e strategie geografiche; la Chiesa ortodossa romena in Italia

«L’intervento ricostruisce la storia dell’insediamento della Chiesa ortodossa romena in Italia, dalle origini – segnate dalla fondazione della prima parrocchia a Milano nel 1974 – fino all’attualità, proponendo una mappatura delle diverse fasi di sviluppo. L’analisi delle modalità di insediamento dei luoghi di culto ortodossi – dalla condivisione di spazi con le comunità cattoliche, al riuso di edifici ecclesiastici dismessi, fino alla recente edificazione di chiese proprie – consente di delineare le dinamiche di radicamento territoriale di una delle comunità religiose più numerose del paese, oggi composta da circa un milione di fedeli.» 

Maria Chiara Giorda è professoressa ordinaria di Storia delle religioni presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre. È coordinatrice del progetto internazionale “SHARP Lab” e membro del progetto dell’École Française d’Athènes “Interactions, juxtapositions, imbrications religieuses dans les Balkans (XXe–XXIe siècles)” e del Seminario permanente su “Religious Diversity in Italian Urban History” (RDIUH), promosso dalla New York University e da Roma Tre. Le sue ricerche si concentrano sui seguenti ambiti: storia delle religioni, geografia delle religioni, religione e spazio urbano, luoghi religiosi condivisi, storia del monachesimo.

 

  • Fabio Vicini (Università di Verona), Islam e identità nei figli di migranti musulmani nel Nord Italia

«L’intervento esplora il caso di giovani musulmani nel Nord Italia, focalizzandosi sull’associazione Giovani Musulmani d’Italia (GMI), sede di Brescia. La letteratura sul secolarismo in Europa ha messo da tempo in luce come lo stato eserciti una funzione regolativa sulla vita religiosa dei migranti. Studi più recenti hanno illustrato come i figli dei migranti tendano tuttavia spesso a incorporare i valori secolari liberali nelle loro istanze religiose. Ciononostante, restano oggetto di un intenso scrutinio sociale. Il contributo illustra come, in tale contesto, l’associazionismo offra a questi giovani uno spazio relazionale di sostegno, dove costruire forme di identità specifiche centrate su di una religiosità condivisa.»

Fabio Vicini è Professore Associato di Antropologia Culturale presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona. Autore di diversi libri e articoli apparsi su riviste internazionali e nazionali, dal 2005 al 2019 ha svolto ricerche etnografiche in Turchia, occupandosi prevalentemente di movimenti islamici contemporanei, sufismo e forme di attivismo civico d’ispirazione religiosa. Dal 2020 conduce e coordina progetti di ricerca sull’Islam italiano con un focus sui progetti di riscoperta spirituale e sulla costruzione identitaria delle nuove generazioni di musulmani d’Italia.

 

  • Marta Scialdone (Sapienza - Università di Roma), Bahá’í: pionieri e migranti. Presenze plurali in movimento. 

«Si intende introdurre la figura e il ‘compito’ del pioniere Bahá’í; le tipologie di pionieri e quali legami possano intrecciarsi con la migrazione. I credenti Bahá’í, pionieri e non, sono  partecipanti attivi nel processo di globalizzazione, che nel momento in cui la religione Bahá’í stava nascendo, iniziava a influenzare in modo significativo vari aspetti della vita delle società umane nella maggior parte del mondo. Gli afferenti a questa religione si definiscono ‘self-confessed cosmopolitan citizens’, ‘cittadini del mondo’, poiché le loro comunità sono dislocate in più parti del mondo e condividono il loro credo nell’ottica di un mondo unito.»

Marta Scialdone ha ottenuto il PhD in Storia delle Religioni, presso Sapienza Università di Roma. Da diversi anni si occupa di religione Bahá’í, affiancando lo studio di fonti scritte, scientifiche, allo studio di fonti orali, ottenute con diversi lavori di campo presso le comunità di Italia, Tunisia, Germania e Bahrain. Da Novembre 2024 è post-doc researcher presso l’Università degli Studi di Perugia, impegnata sul progetto PRIN Re-Public, Religioni in Pubblico. Tra le ultime pubblicazioni ‘The Bahá’í Temple, Emptiness, and Richness: An Example of Cultural Sustainable Heritage’ per Religions e ‘Media representation of religion: A scoping review’, in corso di pubblicazione. 

 

 Orienti

  • Daniele Parbuono (Università degli Studi di Perugia), Il tempio e la città. Nuovi ritmi e nuove convivenze a Prato

«Il contributo analizza alcuni aspetti delle relazioni e delle dispute spaziali tra il Tempio dell’“Associazione Buddista della comunità cinese in Italia” e il contesto urbano di Prato. Negli ultimi trent’anni, la città è stata interessata da una costante immigrazione cinese che ha trasformato le relazioni spaziali e i modi di vivere. In questo contesto, l’Associazione-Tempio organizza attività collettive legate al culto o motivate dalle necessità della condizione migratoria, evocando il diritto simbolico di agire lo spazio urbano durante tutto il corso l’anno.»

Daniele Parbuono, Phd in Etnologia e Antropologia, è Professore Associato di Discipline demoetnoantropologiche e Direttore della Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia. È stato Full Professor presso la “Chongqing University of Arts and Sciences” (Cina), è Distinguished Professor presso la Sichuan University (Cina) ed è stato Visiting Professor in numerose università europee ed extraeuropee. È coordinatore di numerosi progetti di ricerca di livello nazionale e internazionale: nello specifico i suoi interessi di ricerca riguardano la demologia, l’antropologia politica, le migrazioni, le forme dell’abitare, i musei, i patrimoni linguistici e culturali con particolare attenzione ai processi di patrimonializzazione in Europa, in Cina e in Brasile.

 

  • Chiara Tommasini, Bernadette Fraioli (Sapienza - Università di Roma), Italia induista: feste e geografie del sacro 

«L’intervento offre una ricognizione storico-geografica e socio-politica sulle principali comunità induiste della diaspora, su come queste interagiscono con le istituzioni locali e sui processi di istituzionalizzazione in corso attraverso l’Unione Induista Italiana. Si propone, inoltre, di delineare i tratti comuni e le differenze interne alle pratiche e alle celebrazioni festive delle diverse comunità e che trovano un’unità di fondo proprio nella loro caratteristica condivisa di abitare l’Italia.» 

Bernadette Fraioli è Research manager del progetto del Dip.di Eccellenza SARAS “Vulnerabilità come risorsa: patrimonio culturale, memoria storica, costruzione del futuro” e dottoressa di ricerca in Storia dell’Europa. Ha condotto ricerche sul pluralismo religioso, sul dialogo interreligioso e sulla presenza induista in Italia. Ha realizzato diversi cicli di conferenze con le comunità religiose e percorsi formativi per contrastare antisemitismo, antiziganismo e islamofobia. È autrice del volume “Religioni, dialogo e cittadinanza in Europa” (Premio Sangalli per la Storia religiosa 2023). 

Chiara Tommasini ha conseguito una laurea in Antropologia e una laurea magistrale in Scienze storico-religiose. È dottoranda in storia delle religioni presso la Sapienza Università di Roma con una ricerca sulle feste induiste delle comunità migranti in Italia. I suoi ambiti di studio includono il rapporto tra religioni e diaspore, le feste religiose, l’induismo in Italia e le nuove forme della spiritualità contemporanea. 

 

  • Silvia Omenetto (Sapienza - Università di Roma, Singapore Management University), Da capannoni a templi: gurdwaras e presenza sikh in Italia 

«L’intervento, sviluppato nell’ambito del progetto europeo GAP – Gurdwara Architecture in Diaspora (HORIZON-MSCA-2023-PF-01; numero 101149085), analizza la presenza sikh in Italia mediante le gurdwara e la loro trasformazione architettonica. Attraverso una ricostruzione cronologica delle inaugurazioni degli ultimi quarant’anni, si evidenzia un progressivo spostamento delle gurdwaras dai centri urbani verso aree periferiche e rurali, trasformandosi da spazi di socialità maschile e negoziazione interna di potere in luoghi di identità comunitaria e culto, riflettendo pratiche adattive, vincoli locali e funzioni di visibilità e infrastruttura sociale.»

Silvia Omenetto è Marie Skłodowska-Curie Postdoctoral Fellow presso Sapienza Università di Rome e visiting scholar presso la Singapore Management University. La sua ricerca analizza le variazioni architettoniche e materiali dei templi Sikh tra Italia e Singapore. Tra le pubblicazioni più recenti, ha curato insieme a Maria Chiara Giorda il volume Tra le Mura Romane: La Nascita delle Chiese Protestanti nell’Italia Risorgimentale (Claudiana, 2025).di visibilità e infrastruttura sociale.

 

 Mescolamenti 

  • Giovanni Cordova (Università di Napoli Federico II) La chiesa e il tempio. Religioni e intersezioni devozionali tra Sri Lanka e Sicilia.

«In questo contributo esaminerò la porosità rituale e devozionale che emerge dalle pratiche religiose delle comunità singalesi provenienti dallo Sri Lanka e residenti in Sicilia orientale, in particolare nella città di Messina, da ormai quattro decenni. Se l’isola dell’Oceano Indiano è ben nota per la compresenza di plurime tradizioni religiose, verrà osservato, a partire da un lavoro di ricerca etnografico, come tali intersezioni devozionali diano forma a nuove ibridizzazioni nello scenario della diaspora, sullo sfondo di mutevoli costellazioni politiche e sociali.»

Giovanni Cordova è ricercatore in antropologia culturale presso l’Università di Napoli Federico II. Ha partecipato a progetti di ricerca nazionali e internazionali sul Nord Africa (Tunisia e Libia), sulle comunità religiose islamiche e di origine asiatica in Italia e sulla presenza migrante in contesti urbani e non urbani dell’Italia centro-meridionale. Tra le sue pubblicazioni si segnalano Karim e gli altri. La gioventù tunisina dopo la Primavera (Rosenberg&Sellier, 2022) e la co-curatela Tra Oceano Indiano e Mediterraneo. Rituali, ostilità e convivenza nelle migrazioni dallo Sri Lanka (Argo, 2025).

 

  • Maria Molinari (Università di Parma), Dallo Sri Lanka all’Appennino. La processione della Madonna della Pace di Marzolara

«Il contributo analizza le dinamiche di mobilità contemporanea in una comunità dell’Appennino tosco-emiliano, mostrando come i processi migratori possano contribuire alla continuità di pratiche rituali locali minacciate dallo spopolamento. Attraverso il caso della processione della Madonna della Pace a Marzolara (Calestano, Parma), si evidenzia come la partecipazione dei migranti srilankesi, giunti nel parmense attraverso il loro impiego nella produzione del prosciutto crudo, si sia estesa alla sfera religiosa, consentendo la prosecuzione del rito e la sua rinnovata vitalità. In dialogo con la letteratura sulle feste alpine e sul culto di San Besso, lo studio propone una lettura comparativa che interpreta le migrazioni contemporanee come fattori di rigenerazione culturale e di rafforzamento comunitario nei territori montani.»

Maria Molinari è dottore di ricerca in antropologia culturale. Si occupa di processi di trasformazione sociale e culturale legati alle migrazioni, ai ritorni e alla costruzione di nuove appartenenze in particolare nelle aree montane. Nel corso degli anni ha svolto ricerche sul campo in diversi contesti geografici in Italia e all’estero, approfondendo il rapporto tra territori, memoria, produzioni alimentari e rappresentazioni.  Oltre ad essere guida ambientale escursionistica, alterna l’attività accademica alla progettazione culturale e sociale, con particolare attenzione agli spazi montani, dove indaga come le comunità si ridefiniscono nel tempo.

 

  • Laure Prien (Université Aix-Marseille, EHESS) Guardare la processione: sguardi incrociati e coesistenza religiosa a Palermo

«Questa comunicazione si basa su un momento etnografico centrato sugli sguardi incrociati tra una confraternita cattolica e gli abitanti dell’Albergheria, durante la processione di una statua monumentale della Madonna. Si indagano la visibilità religiosa nello spazio urbano e l’inclusione di tali rituali nel tessuto sociale locale. Le osservazioni si collocano in un contesto istituzionale che promuove la coesistenza pacifica tra gruppi religiosi, pur in presenza di visibilità diseguali. La riflessione riguarda la portata di questi eventi: momenti di coesione o dimostrazioni pubbliche di appartenenza?»

Laure Prien è dottoranda in antropologia presso l’Université di Aix-Marseille e l’EHESS di Parigi. La sua ricerca si concentra sui fenomeni religiosi contemporanei in Mediterraneo, con particolare attenzione ai luoghi di culto «interculturali» a Palermo, esplorando la gestione istituzionale e la negoziazione tra comunità locali e immigrate.